Mascherine, guanti, distanza di sicurezza: da alcune settimane, la parola “contagiosità” è entrata prepotentemente nella vita quotidiana di tutti noi. Questa grande paura (che comunque prima o poi passerà) non deve farci dimenticare che ad essere contagiosi non sono solo i virus. Lo sono anche tanti valori e comportamenti virtuosi. Ad esempio, la gentilezza è contagiosa!
Gentilezza, benevolenza, premura ed empatia
Molti professionisti del mondo HR parlano di “kindness” e di quanto sia importante nella vita di un’azienda, tanto nel rapporto con i clienti quanto tra i dipendenti. Per comodità la traduciamo qui come “gentilezza”, sebbene il concetto in inglese comprenda nozioni che in italiano chiamiamo “benevolenza”, “bontà”, “premura”. Quindi attenzione: per gentilezza intendiamo qui non tanto l’essere educati—un comportamento che si può adottare anche fingendo che ci importi dell’altro—quanto una manifestazione dell’empatia. L’empatia è la soft skill numero 1 per molti guru delle risorse umane!
Perché la gentilezza fa bene?
È la scienza a dirci quanto siano “magici” per la nostra salute e benessere i comportamenti benevoli verso gli altri. Numerose ricerche scientifiche hanno confermato che atti di gentilezza, generosità e altruismo promuovono la produzione di tre sostanze chiave per il nostro benessere:
- Ossitocina: anche nota come “ormone dell’amore”. Aiuta a ridurre la pressione sanguigna, a migliorare la salute generale del cuore e aumenta la nostra autostima e ottimismo
- Serotonina: anche nota come “ormone della felicità”. Promuove calma, accettazione positiva del presente e, in generale, stati di felicità e appagamento.
- Endorfine: sono i nostri “antidolorifici naturali”. Vengono prodotte in grande quantità durante l’orgasmo… serve altro per capire quanto siano importanti? 😉
È stato inoltre osservato che gli atti di gentilezza riducono anche la produzione di ormoni meno “simpatici”—come il cortisolo, l’ormone legato alle condizioni di stress psicofisico—aumentando la funzionalità di sistemi chiave del nostro organismo come quello immunitario.
Infine, bastano sei atti di gentilezza alla settimana per poche settimane perché si determinino effetti benefici osservabili e quantificabili. C’è poco da dire: la gentilezza ha davvero qualcosa di magico!
La gentilezza è contagiosa!
Risultati come questi sono già più che sufficienti per motivare le aziende a percorrere “la strada della gentilezza” come potente strumento per promuovere attitudini positive tra i lavoratori, migliorare il loro grado di benessere e, di conseguenza, la loro produttività. Ma come si fa a promuoverla?
Gli psicologi che l’hanno studiata, hanno notato che la gentilezza si diffonde in modi molto simili ad una malattia. Infatti, la tempesta ormonale prodotta dagli atti di gentilezza si verifica non solo in chi compie o riceve il gesto di gentilezza, ma anche in chi semplicemente assiste ad un tale gesto tra altre persone! Prendiamo in considerazione per un attimo il recente ma già famoso esperimento psicologico di Zaki e Nook (Stanford University).
La scienza del contagio da gentilezza
I partecipanti all’esperimento di Zaki e Nook sono stati esposti a scene nelle quali potevano osservare atti di generosità o di grettezza compiuti da persone che non conoscevano. In seguito, è stato loro chiesto di rispondere ad alcune lettere nelle quali una persona raccontava degli alti e bassi della propria vita nell’ultimo mese. Le persone che avevano assistito a scene di generosità hanno scritto note più amichevoli e più ottimistiche di quelli che avevano visto gli altri comportarsi avidamente.
Questo e altri studi hanno stabilito che la gentilezza evolve man mano che si diffonde, “infettando” le persone a livello inconscio e manifestandosi in comportamenti diversi. E questo significa che, come è successo per i lavoratori della Coca-Cola di uno stabilimento spagnolo, una buona azione in una zona affollata può creare un effetto domino e migliorare la giornata di dozzine di persone!
Come si promuove la gentilezza sul luogo di lavoro?
Da quel che abbiamo detto finora è chiaro che il modo più fruttuoso per diffondere la gentilezza in ambiente aziendale è proprio di trattarla come se fosse una particella contagiosa. Bisogna creare le condizioni perché si diffonda, così da “infettare” il maggior numero di persone possibile. La gentilezza si diffonde grazie a processi di apprendimento diretto (ad es. assistere ad un atto) e indiretto (ad es. sapere degli atti di gentilezza di altri). È quindi fondamentale che comportamenti gentili siano adottati innanzitutto dal management aziendale: data la loro visibilità, fungeranno da formidabili “untori”.
Inoltre, bisogna creare spazi e momenti di conoscenza e aggregazione tra i lavoratori nei quali sia più facile che questi si comportino in modo libero e sincero. Per quel che riguarda gli spazi, c’è una recente esperienza che può essere utile da ricordare qui.
Gli spazi per conoscersi
IVECO Brescia, in collaborazione con noi di Eukinetica, ha creato uno spazio dove i lavoratori possono rilassarsi e fare esercizi a corpo libero o con attrezzature minime (lo spazio è un esempio di Korner Eukinetica). Questo, come dicono nel video linkato qui sotto, ha sicuramente influito positivamente sul grado di solidarietà e di “mutua gentilezza” tra gli utenti.
I momenti per conoscersi
Per quel che riguarda i momenti di conoscenza, nei nostri corsi di Meditation Training e di Communication & Caution abbiamo notato come esperienze quali il concentrarsi su di sé, stare nel momento presente, esplorare l’ascolto attivo ed osservare le proprie emozioni hanno avuto degli effetti notevoli sui partecipanti. Molti di loro erano visibilmente rilassati, meglio disposti l’uno con l’altro e lo sono rimasti a lungo. Ad esempio, mesi dopo aver partecipato, una centralinista di Coop Lombardia ci ha detto “Il vostro corso ha stravolto la mia vita in positivo, sia fisicamente che psicologicamente: mi sento più sicura in quello che faccio nelle cose di tutti i giorni e più aperta nei confronti degli altri”.
Idee per atti di gentilezza
Dal tenere aperta la porta per uno sconosciuto al sorridere spesso, fare beneficenza, fare volontariato: ci possono essere innumerevoli modi per compiere gesti di gentilezza, premura e bontà. È facile trovare online spunti che possano ispirare “atti casuali di gentilezza”. In italiano tuttavia si trova ancora poco. In inglese, basta cercare “random acts of kindness” e troverai centinaia di link. Qui ne riportiamo 3 che abbiamo trovato particolarmente utili e intelligenti:
- Le 103 proposte di atti casuali di gentilezza di Brad Aronson
- Il Rapporto dello EX Leaders Network “Employee Experience 2020”
- Le idee del Random Acts of Kindness Foundation
Infine ricorda: la gentilezza ha un effetto “sommatorio”, sono davvero le piccole cose che si sommano l’una all’altra, giorno dopo giorno, che creano un vero cambiamento. Quindi, non importa quanto sia grande o piccolo: ogni atto di gentilezza ha un impatto per tutti noi.
P.S. Avrai notato che molte immagini in questo post potrebbero ispirare sentimenti positivi. Se ora che l’hai letto ti senti una persona migliore, faccelo sapere! 🙂
Pierpaolo Di Carlo
Eukinetica Research & Development
pierpaolo.dicarlo@eukinetica.it
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