La mente segue il corpo: come l’attività fisica migliora la produttività e la creatività sul lavoro
25 Set 2025
Tempo di lettura: 5 minuti


In molte aziende la produttività è pensata in termini di ore sedute davanti allo schermo, ma la scienza e l’esperienza sul campo hanno da tempo dimostrato che movimento e benessere fisico sono potenti acceleratori di focus, creatività, memoria e performance, come indica la celebre massima “Mens sana in corpore sano”.
Decimo Giunio Giovenale, il poeta satirico vissuto nell’antica Roma tra il 55 e il 127 d.C., per primo condivise il motto “Mens sana in corpore sano” che, nella sua interezza, sarebbe “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano”, il cui significato è “Bisogna pregare gli dèi affinché ci concedano una mente sana e un corpo sano”.
Se nell’antichità l’atteggiamento era di fiducia nel divino, oggi la scienza ci invita a un impegno quotidiano: assumersi la responsabilità personale di migliorare la salute psicofisica per potenziare le prestazioni cognitive e creative.
Quando ci muoviamo, aumenta la circolazione sanguigna e l’ossigenazione del cervello; s’innesca una produzione di neurotrasmettitori utili a favorire la concentrazione e l’associazione di concetti. Diversi studi mostrano che l’attività fisica regolare eleva i livelli di energia percepita e riduce la fatica mentale, creando finestre di maggiore efficacia nelle fasi critiche del lavoro (consegne, riunioni, brainstorming, ecc.).
Per gli HR e gli RSPP è utile trasformare questa relazione in pratiche di policy aziendale: curare la salute motoria dei lavoratori non può essere visto solo come un costo, perché di fatto rappresenta un investimento strategico in energia, attenzione e innovazione.
L’esercizio fisico: un prezioso alleato per la salute di mente e corpo

È risaputo quanto l’attività fisica in genere sia salutare per l’individuo. Nella fattispecie, la camminata a passo svelto e costante avvantaggia una serie di risposte dell’organismo, tra cui quella di far fluire i fluidi corporei affinché non ristagnino, lo smaltimento di tossine organiche per evitare che condizionino la salute psicofisica, la creazione di nuovi mitocondri cellulari (le centrali energetiche delle cellule) per assicurare la giusta energia vitale, e la produzione di endorfine e serotonina che migliorano l’umore.
Il lavoratore sedentario è potenzialmente esposto a un rischio molto alto legato alla ridotta attività fisica svolta quotidianamente. Secondo dati statistici di recente elaborazione, chi lavora da seduta passa circa 1.700 ore all’anno seduto solo per lavoro, senza contare le ore passate in posizione assisa nei tragitti casa/lavoro, quando mangia e nei momenti di svago a casa se scegliesse di guardare la TV.
Le aziende sono chiamate a fornire al lavoratore, oltre che conoscenze, anche strumenti e opportunità per contrastare questa possibilità.
In merito ai vantaggi per la mente, l’esercizio fisico va a stimolare aree del cervello particolari che, di riflesso, producono risposte cerebrali favorevoli per la vita in genere e per quella professionale in particolare.
La materia grigia: il trait d’union tra mente e corpo

Diversi studi, tra cui quello del German Center of Neurodegenerative Diseases del 2020, avvalorano la tesi che l’esercizio fisico moderato e aerobico costituisca un vero toccasana non soltanto per il corpo ma anche per la mente, favorendo uno sviluppo della materia grigia cerebrale e il rilascio di una proteina (BDNF) che supporta la sopravvivenza neuronale, la formazione di nuovi neuroni e la plasticità delle sinapsi.
Struttura cerebrale chiave: la materia grigia
La materia grigia o sostanza grigia è una componente del sistema nervoso centrale caratterizzata da un’alta concentrazione di corpi di neuroni, situata sia nel cervello sia nel midollo spinale. Svolge funzioni cognitive e sensoriali fondamentali di seguito riassunte in relazione alla sua localizzazione:
- Materia grigia del cervello: controllo delle facoltà intellettive, apprendimento, memoria (breve e lunga), linguaggio, pensiero, attenzione, coscienza e movimenti volontari.
- Materia grigia del diencefalo: regolazione del ciclo sonno-veglia.
- Materia grigia del cervelletto: coordinazione motoria, equilibrio, postura e apprendimento motorio.
- Materia grigia del tronco encefalico: regolazione di respirazione, pressione arteriosa, ritmo cardiaco e modulazione del dolore.
- Materia grigia del midollo spinale: funzione motoria, sensitiva e degli organi viscerali.
Questa integrazione tra aree cerebrali fa comprendere come la funzione cognitiva e quella motoria siano strettamente collegate: l’esercizio fisico non è solo un modo per muoversi, ma un modo per modellare meglio la mente e le sue prestazioni sul lavoro.
Alcuni studi associano l’esercizio fisico regolare allo sviluppo delle seguenti abilità cognitive:
- Lettura rapida: attraverso un allineamento mente-corpo funzionale al miglioramento della memoria, dell’attenzione e della flessibilità cognitiva.
- Creatività in azione: attraverso nuove connessioni neuronali utili a risolvere problemi complessi e generare idee innovative.
- Resilienza emotiva: attraverso la riduzione dello stress e dell’ansia, favorendo una migliore gestione delle pressioni lavorative.
- Problem solving: attraverso la creatività funzionale alla risoluzione dei problemi.
In virtù di ciò è facile comprendere come tutto ciò si possa tradurre in un vantaggio per il lavoratore oltre che per le aziende.
Una ricerca svolta da Oppezzo e Schwartz (psicologia della creatività, 2014) ha dimostrato che camminare migliora notevolmente la generazione di idee originali rispetto al restare seduti: la creatività divergente aumenta, con un effetto più marcato quando lo stile di camminata è leggero e costante. Altri studi hanno mostrato che un’attività aerobica moderata prima di compiti cognitivi complessi può migliorare le prestazioni di memoria di lavoro e la flessibilità mentale.
Non è magia: la presenza di energia e di un corpo in movimento cambia la forma in cui il cervello si mette in contatto con i problemi e con le soluzioni.
Possibili soluzioni

Per gli HR e gli RSPP, tradurre questa conoscenza in azioni pratiche è cruciale. Ecco alcune strategie concrete e realizzabili negli ambienti aziendali:
- Programmi di wellbeing integrati: convenzioni con palestre, corsi di movimento in ufficio, pause attive guidate, incentivare l’uso delle scale a casa e al lavoro come strumento di allenamento quotidiano. Una routine breve ma costante è più efficace di allenamenti sporadici in palestra.
- Politiche di lavoro ergonomico e pratiche di pausa: promuovere micro-pause di stretching e camminate brevi durante la giornata, la fornitura di standing desk per alternare la posizione seduta a quella in piedi mentre si lavora. Questi accorgimenti, di fatto, non interrompono significativamente il processo lavorativo ma riattivano la circolazione e l’attenzione.
- Integrazione con obiettivi di business: metriche legate a produttività, innovazione e benessere per valutare l’impatto degli interventi.
- Comunicazione e leadership: incoraggiare modelli di leadership che valorizzino l’health behavior come leva di performance.
- Stili di vita sani: promozione di sonno regolare, alimentazione equilibrata e gestione dello stress come elementi cardine del benessere lavorativo.
Conclusione
Mente e corpo non sono entità separate: lavorano insieme per sostenere performance, creatività e benessere. Investire in attività fisica e programmi di wellbeing non è solo una scelta etica, ma una strategia chiave di business per attrarre, sviluppare e trattenere talenti, migliorando al contempo i risultati, riducendo gli incidenti e le assenze sul posto di lavoro.
Articolo a cura di Giovanni Castellani, Training Manager e Partner di Eukinetica.