Capire come percepiamo il mondo per migliorare la nostra comunicazione sul lavoro e nella vita in genere
27 Ott 2025
Tempo di lettura: 6 minuti

Con questo articolo ti voglio parlare di un argomento che spesso diamo per scontato ma che, in realtà, ha un ruolo fondamentale nelle nostre vite e nel nostro lavoro: “come percepiamo il mondo e come questa percezione influenza la nostra comunicazione, sia sul lavoro che nella vita di tutti i giorni”
Si dice che “la comunicazione è vita”. In ambito lavorativo, la capacità di trasmettere e ricevere messaggi in modo efficace è fondamentale per creare ambienti di lavoro più sicuri, collaborativi e produttivi. Tuttavia, spesso le incomprensioni e i conflitti derivano proprio da modalità di comunicazione non allineate o fraintese.
Le scuole dell’obbligo non dedicano molto spazio all’insegnamento delle competenze comunicative, che si apprendono più approfonditamente in ambito universitario o attraverso corsi di specializzazione in età adulta. Comprendere come percepiamo e interpretiamo la realtà può rappresentare un grande vantaggio sia nella relazione interpersonale che nella gestione dei processi aziendali.
E ancor più, nelle scuole in passato e purtroppo ancora oggi, una delle difficoltà maggiori e proprio quella di trasmettere i contenuti delle lezioni in modo efficace a tutti gli studenti che hanno diversi canali rappresentazionali della stessa realtà. Gli insegnanti non sono specializzati nell’intercettare i canali rappresentazionali degli studenti e, di conseguenza, molti di essi si perdono nei pensieri perché non si sentono coinvolti durante la lezione. Gli effetti di questa realtà si riflettono, in età adulta, nel mondo lavorativo, dove i contenuti da trasmettere cambiano ma la difficoltà a percepirli rimane.
Immagina di essere in una riunione, di dover spiegare un progetto o di confrontarti con un collega. Come facciamo a capire se il messaggio viene recepito bene? E come possiamo migliorare le nostre relazioni, evitando fraintendimenti o conflitti inutili? La risposta sta nel capire che ognuno percepisce e interpreta la realtà in modo diverso, e questa diversità si basa sui sistemi rappresentazionali, cioè sui canali attraverso cui il nostro cervello riceve e organizza le informazioni sensoriali.
Perché è importante conoscere il modo in cui percepiamo il mondo?

Questa conoscenza ci permette di comunicare in modo più efficace, adattando il nostro stile alle preferenze dell’interlocutore. Se poniamo la giusta attenzione ed esercitiamo l’arte dell’ascolto attivo quando il nostro interlocutore si rivolge a noi, i verbi, gli avverbi e gli aggettivi che usa per comunicare rivelano quali sistemi sensoriali ha maggiormente attivi.
In questo modo abbiamo la straordinaria possibilità di capire come pensa, come si relaziona con le informazioni, quali canali utilizza di più e possiamo parlare il suo stesso linguaggio, facilitando il dialogo e la collaborazione. Non si tratta solo di migliorare le relazioni personali, ma anche di aumentare la produttività, la motivazione e la sicurezza nei contesti lavorativi, dove la comunicazione è alla base di tutto.
Secondo la Programmazione Neuro-Linguistica (PNL), ogni persona ha una propria “mappa” del mondo, una rappresentazione interna che può essere molto diversa da quella degli altri. Per esempio, due persone possono vivere la stessa scena, ma vederla, ascoltarla o sentirla in modo completamente diverso. Questa mappa soggettiva si forma attraverso milioni di input sensoriali che il nostro cervello filtra, organizza e interpreta in modo unico.
Comprendere come funzionano questi sistemi e come possono essere applicati nella comunicazione e nell’apprendimento rappresenta un passo fondamentale per migliorare le relazioni interpersonali, ottimizzare i processi di insegnamento e potenziare le capacità di ascolto e di espressione.
Per facilitare questo processo di leadership, è importante che ognuno sappia inizialmente riconoscere i propri sistemi rappresentazionali per sapere meglio identificare quelli dei propri interlocutori.
Quali sono i sistemi rappresentazionali?

I principali sistemi rappresentazionali sono tre: il sistema visivo (V), l’auditivo (A) e il cinestesico (K). Ognuno di essi si riferisce a un canale sensoriale predominante che utilizziamo per creare le nostre mappe mentali e che, a sua volta, condiziona il nostro modo di percepire ed esprimere il mondo.
Caratteristiche dei tre sistemi principali:
1. Sistema Visivo
Le persone prevalentemente visive in generale ricordano meglio ciò che possono vedere. Esse sono suddivise in due categorie: il visivo-linguistico e il visivo-spaziale. Chi preferisce lo stile visivo linguistico, impara attraverso il linguaggio scritto, cioè con attività di lettura o scrittura. Chi preferisce lo stile visivo spaziale, invece, impara attraverso immagini, colori, grafici, tabelle, diagrammi, disegni, videoproiezioni, mappe mentali. I visivi, quando si esprimono, oltre a fare affidamento a quanto elencato, tendono a gesticolare e fare espressioni facciali per rinforzare la loro comunicazione, rivolgono lo sguardo verso l’alto per recuperare immagini nel personale archivio di memorie e hanno una parlantina abbastanza accelerata che cerca di stare al passo con le immagini che scorrono nella loro mente.
Per comunicare efficacemente con i visivi è importante fare uso di presentazioni che contengano immagini, diagrammi e tutto ciò che possa facilitare il ricordare attraverso qualcosa che possono vedere. Inoltre, può facilitare la comunicazione con loro rinforzando ciò che diciamo con gesti, movimenti del corpo e usando un linguaggio molto descrittivo.
2. Sistema Auditivo
Le persone prevalentemente auditive hanno bisogno di ascoltare per imparare. Amano la lettura ad alta voce, hanno bisogno di ripetere ciò che ascoltano per fissarlo in memoria, parlano tra sé e sé mentre ragionano, e imparano preferibilmente attraverso l’ascolto di podcast o audiolibri. Possono avere difficoltà con le istruzioni scritte, mentre lavorano molto bene nelle situazioni di dialogo con gli altri. Amano i suoni ed entrano in contatto con il mondo attraverso essi. Quando comunica, l’auditivo non usa parole a caso, sa modulare efficacemente il tono, il ritmo e la cadenza della voce per dare risalto alla propria comunicazione, usa le pause e i suoni come lo schiocco delle dita per enfatizzare ciò che dice.
Per comunicare efficacemente con gli auditivi è importante coinvolgerli con il dialogo facendo attenzione al tono, al ritmo, alla cadenza e all’uso delle pause per attirare la sua attenzione. Inoltre, fare un riepilogo dei concetti importanti, facilita il loro ingaggio.
3. Sistema Cinestesico
Il sistema cinestesico si basa sul tatto, i movimenti e le sensazioni corporee; quindi, chi predilige questa modalità tende a imparare attraverso l’esperienza diretta, il movimento e il contatto fisico. Sono spesso persone pratiche, che apprendono facendo e che ricordano meglio le sensazioni di un’esperienza rispetto alle immagini o ai suoni associati; generalmente faticano a concentrarsi se sono costrette a stare ferme per lungo tempo. Quando comunicano usano molto i gesti per dare forma alle loro parole e il linguaggio è ricco di metafore che appartengono al mondo fisico. Tendenzialmente il cinestesico è una persona molto socievole che ama il contatto fisico con il proprio interlocutore e che va dritto al sodo evitando eccessivi dettagli. Quando parla fa lunghe pause per scegliere bene le parole che proferisce con tono pacato, accompagnate con una gestualità lenta e rilassata.
Per comunicare efficacemente con i cinestesici è importante creare un’atmosfera accogliente e rilassata, usare un linguaggio che evochi sensazioni ed emozioni, oltre ad offrire esempi pratici che li coinvolgano in attività di movimento e di contatto.
A onore del vero, ogni individuo ha attivi tutti e tre i sistemi appena elencati, ma uno di questi tre tenderà ad avere il sopravvento sugli altri e saperlo intercettare ci offre un vantaggio nella comunicazione.
Perché conoscere queste differenze fa la differenza?
Perché ci permette di adattare il nostro modo di comunicare a seconda dell’interlocutore. Se capiamo che una persona è visiva, possiamo usare supporti visivi, immagini e schemi. Se è auditiva, è meglio parlare con parole, tono e pause che facilitino l’ascolto. Se invece è cinestesica, possiamo coinvolgerla con attività pratiche, esempi concreti e un linguaggio ricco di sensazioni.
Termini ed espressioni utilizzate nei tre sistemi rappresentazionali
Per facilitare il processo del loro riconoscimento, condivido le seguenti tabelle con alcuni termini ed espressioni tipiche di ogni sistema rappresentazionale.
TERMINI VISIVI
| Abbagliare | Focalizzare | Mostrare |
| Apparire | Fotografare | Oscurare |
| Chiarire | Osservare | Ideare |
| Illuminare | Illustrare | Prevedere |
| Sognare | Dimostrare | Immaginare |
| Vedere | Percezione | Sguardo |
| Prospettiva | Vista | Visione |
| Scena | Esaminare | Angolazione |
ESPRESSIONI VISIVE
| Aguzzare la vista | Avere la vista corta | Perderci gli occhi |
| Con la coda dell’occhio | Chiaro come il sole | Far vedere i sorci verdi |
| Tenere gli occhi aperti | Punto di vista | Illuminato su qualcosa |
| Mettere nero su bianco | Si vede a occhio nudo | Dare un’occhiata |
| Non mi è chiaro | Andare allo scoperto | Le luci della ribalta |
| Vedere il mondo con occhi nuovi | Guardare dall’alto al basso | Non avere più occhi per piangere |
| In bella vista | Un quadro della situazione | Fare una panoramica dei fatti |
| Scena | Esaminare | Angolazione |
TERMINI AUDITIVI
| Annunciare | Dichiarare | Pronunciare |
| Articolare | Dire | Sentire |
| Ascoltare | Discutere | Suonare |
| Bisbigliare | Menzionare | Udire |
| Parlare | Urlare | Cantare |
| Vociferare | Proclamare | Comunicare |
| Chiassoso | Silenzioso | Orale |
| Dissonante | Rumoroso | Tono |
ESPRESSIONI AUDITIVE
| Avere l’ultima parola | Cucirsi la bocca | Muto come un pesce |
| Cantare vittoria | Te lo dico fuori dai denti | Andare all’unisono |
| Urlare a pieni polmoni | Stare in campana | Avere l’orecchio fino |
| Essere di parola | A dire il vero | Gridare allo scandalo |
| Essere in sintonia | Lasciarsi scappare di bocca | Mettere la pulce nell’orecchio |
| Entra da un orecchio ed esce dall’altro | Anche i muri hanno orecchie | Non sentir volare una mosca |
| Non credere alle proprie orecchie | Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire | Contare fino a cento prima di parlare |
| Si lamenta sempre | Non credo a una parola di quello che dice | Il suo silenzio mi suona come un insulto |
TERMINI CINESTESICI
| Afferrare | Gustare | Provare |
| Assaggiare | Impregnare | Sfiorare |
| Attivare | Masticare | Testare |
| Annusare | Odorare | Toccare |
| Fluire | Indifferente | Profondo |
| Caldo | Liscio | Ruvido |
| Fondamenta | Morbido | Soffice |
| Concreto | Pressione | Solido |
ESPRESIONI CINESTESICHE
| Avere fiuto per gli affari | Mettersi la mano sulla coscienza | Mordersi la lingua |
| Avere buon gusto | Mettersi nei panni dell’altro | Ridotto all’osso |
| Avere la mano pesante | Legarsela al dito | Restare di sasso |
| A cuor leggero | In mani sicure | Un pugno nello stomaco |
| Avere il mondo sulle spalle | Mi sfugge di mano | Tenere in caldo |
| A testa bassa | Mettere in ginocchio | Toccare il tasto giusto |
| Bruciare le tappe | Dormire tra due guanciali | Pugnalare alla schiena |
| Bagnare il naso | Lasciare l’amaro in bocca | Mettersi le mani tra i capelli |
Conclusione
Capire come percepiamo il mondo attraverso i sistemi rappresentazionali rappresenta un vero e proprio superpotere, capace di migliorare significativamente la nostra comunicazione e ottimizzare i processi di apprendimento. Questa consapevolezza ci aiuta a sviluppare maggiore empatia, adattabilità ed efficacia, rafforzando relazioni più solide e durature. Riconoscere le proprie preferenze sensoriali e quelle degli altri permette di adattare lo stile comunicativo, facilitando la comprensione, la collaborazione e il successo sia a livello personale che professionale. In un mondo sempre più interconnesso e diversificato, la capacità di percepire e rispettare le modalità di percezione altrui si rivela uno strumento potente per crescere e instaurare relazioni efficaci.
Se vuoi approfondire questa tematica o scoprire come applicarla nel tuo contesto lavorativo, con i nostri corsi “Comunicare sicurezza” e “Comunicazione efficace” ci prefiggiamo proprio l’obiettivo di trasmettere nuove competenze comunicative ai lavoratori attraverso attività pratiche che permettono di allenare la capacità di cogliere lo stile comunicativo del nostro interlocutore. Perché, alla fine, una comunicazione più consapevole è la chiave per un ambiente di lavoro più sereno, più sicuro e più produttivo.
Articolo a cura di Giovanni Castellani, Training Manager e Partner di Eukinetica.

