6 ottimi motivi per superare la comfort zone

19 Ott 2022

Tempo di lettura: 6 minuti

6 ottimi motivi per superare la comfort zone

In questo articolo parliamo di:

Oltrepassare i nostri limiti può davvero stimolarci verso traguardi sempre più importanti, anche e soprattutto sul lavoro? Sì, secondo i più recenti studi nel campo della psicologia. Si sente sempre più spesso parlare di “comfort zone” (in italiano, zona di comfort): di cosa si tratta, in pratica?

Per il filone della psicologia comportamentale (autori come A.A.K. White, Y. Takumi), la comfort zone è “la condizione mentale in cui la persona agisce in uno stato di assenza di ansietà, con un livello di prestazioni costante e senza percepire un senso di rischio”.

Si tratta quindi di quello “stato di quiete” psicologico, che siamo portati in modo naturale a raggiungere e a mantenere costantemente, per cui percepiamo tutto come familiare e rassicurante, con comportamenti ripetuti che portano a bassi livelli di ansia e di stress. Potremmo dire che la routine è la migliore amica della comfort zone.

Tuttavia l’insidia è dietro l’angolo: che sia nel perimetro della propria vita privata o in quello del contesto professionale, la comfort zone ci porta inevitabilmente a non innovarci né a rinnovarci, con conseguenze dirette sulle nostre performance.

Ed ecco perché, secondo i recenti trend monitorati dai più importanti osservatori statunitensi sul mondo del lavoro e del wellbeing, il ruolo dell’HR si avvicinerà sempre di più a quello di coach che sprona i lavoratori aiutandoli a confrontarsi con nuove sfide al di fuori della loro zona di comfort, per la crescita e l’aumento della produttività di tutta l’azienda. 

Quali sono i benefici dell’uscire dalla propria comfort zone? Sembrerà assurdo, eppure un buon inizio potrebbe essere dalla propria respirazione.

Ne parliamo in maniera più approfondita durante il nostro prossimo webinar gratuito che terremo mercoledì 26 ottobre alle ore 14:30. Registrati ora per non perderlo.

Perché la comfort zone è (anche) un problema degli HR

Un recente studio condotto nel 2020 su un campione di oltre 4.000 lavoratori statunitensi dalla società Leadership IQ di Mark Murray, autore americano ed esperto di Leadership Training ed Employee Engagement, ha rivelato che i dipendenti che imparano sempre cose nuove hanno dieci volte in più di probabilità di dare il meglio di se stessi sul lavoro.

Non è detto, però, che l’apprendimento di nuove skills – che sia correre una maratona oppure avanzare di carriera – sia indolore: d’altra parte, tutte le maggiori sfide della vita comportano uno sforzo iniziale e un mantenimento successivo, prima di passare a un ulteriore nuovo livello.

Come s’inserisce il ruolo degli HR Manager e HR Director in questo contesto? Raggiungere una promozione, ricoprire un nuovo ruolo in azienda e altri step simili richiede, in genere, che un lavorare esca dalla propria zona di comfort, che si sforzi di più e che sviluppi i propri punti deboli.

Eppure, sempre secondo la ricerca di Murray, non tutti i leader comprendono questo nesso: solo il 44% circa di chi ricopre una carica manageriale o nell’ambito HR sceglie di spingere le persone a lavorare sulle proprie debolezze, contro il 56% che preferisce puntare a sviluppare ulteriormente i punti di forza (e dunque a rimanere nella comfort zone) dei lavoratori.

Tuttavia, ancora più interessante è notare che, dall’altro lato, i lavoratori non vogliono questi: nell’indagine, oltre il 50% di loro ha affermato di volere un leader che incoraggi una crescita significativa. In altre parole, nel complesso, circa due terzi dei dipendenti vogliono un leader che li “costringa” a crescere, anche se questo significa provare un po’ di disagio occasionale.

Anche per gli HR, non esiste una formula magica per uscire e far uscire dalla comfort zone: è una questione di allenamento costante e di acquisire poche ma buone pratiche quotidiane per allenare questa capacità. Ne parleremo meglio durante il nostro prossimo webinar gratuito, mercoledì 26 ottobre alle ore 14:30. I posti sono limitati: registrati ora per non perderlo.

6 motivi per uscire dalla propria zona di comfort 

In un recente articolo di Forbes USA, l’International Senior Director delle Risorse umane di Walmart, David Van Rooy, ha condiviso quali sono, a suo parere, almeno 6 validi motivi per uscire dalla comfort zone. 

“Molto di ciò che fanno tutti in Walmart – ha spiegato Van Rooy nell’intervista – sia che si tratti di scalare un’impresa o del lancio di un’idea completamente nuova, non è mai stato fatto prima. Questo può essere scoraggiante perché include un elemento di rischio e richiede che le persone escano dalle loro zone di comfort. Chi lo fa con successo è in grado di avere un impatto estremamente positivo e trovare ancora più opportunità per fare la differenza. Questo può creare una corsia preferenziale per accelerare la carriera. È possibile avere successo mantenendo lo status quo – prosegue Van Rooy- ma la vera differenza è realizzabile solo per chi è disposto a tuffarsi in nuove aree”.

Ecco quindi quali sono, secondo Van Rooy, i 6 benefici decisivi del lasciare la propria zona di comfort:

  1. Lasciar andare il concetto di perfezione – Superare l’idea del raggiungimento di una presunta perfezione, adottando comportamenti pratici e concreti, ci insegna a correre rischi che prima non avremmo immaginato di correre. Inoltre, sempre secondo l’Executive di Wallmart, insieme al rischio arriva sì la possibilità di fallimento, ma allo stesso tempo anche la possibilità di crescita.

  2. Essere d’ispirazione per gli altri – Che si riesca o no a realizzare i propri intenti, nella visione di Van Rooy quello che facciamo viene comunque osservato da chi ci circonda e quello che facciamo può diventare un modello stimolante di crescita e di cambiamento. “Tutti noi abbiamo un insegnante – spiega Van Rooy – o qualcuno nella nostra vita che, inconsapevolmente, ci ha ispirato e motivato a fare più di quanto pensavamo di poter fare”.

  3. Non avere rimpianti – Nonostante gli sforzi e la fatica, l’uscita dalla propria comfort zone comporta, alla fine, l’assenza di rimpianti. Rimanere con l’incertezza di cosa sarebbe potuto succedere se si fosse compiuta o non compiuta una determinata azione crea solo sensazioni negative, impedendoci di crescere.

  4. Definire se stessi in modo autentico – Per il Senior Director di Wallmart “la zona di comfort è spesso definita dal fare ciò che fanno tutti gli altri: conformarsi alle norme e alla pressione intorno a te”. Spingendoci in nuove aree, anche lavorative, avremo la possibilità di definire autenticamente chi siamo liberandoci dai limiti di ciò che gli altri pensano che dovremmo essere. Questo si riflette anche in una maggiore libertà nel poter plasmare la nostra carriera a proprio piacimento.

  5. Acquisire maggior controllo – Avere un senso di controllo personale non è solo essenziale per il benessere: la ricerca scientifica ha dimostrato più volte che sentire di avere il controllo di sé riduce lo stress e aumenta anche la soddisfazione sul lavoro. Uscire da percorsi già tracciati vuol dire essere padroni di se stessi, del proprio cambiamento e delle proprie decisioni, stabilendo quindi le proprie condizioni con il mondo esterno.

  6. Raggiungere un’intensa esperienza di vita – “Lasciare la tua zona di comfort – spiega Van Rooy –  può creare un’incredibile sensazione di euforia e di rispetto di te stesso, mentre apprendi quello che sei veramente capace di fare e creare, che è molto più grande di quanto tu abbia mai sognato”. Al contrario, non lasciare mai la propria comfort zone equivale a tarparsi le ali, sabotando le proprie possibilità di successo. 

“Chiediti – suggerisce Van Rooy –  quando è stata l’ultima volta che hai voluto davvero provare qualcosa, ma hai rinunciato? La prossima volta che ti ritrovi ad esitare, buttati. La ricompensa (e le lezioni apprese) varrà, senza dubbio, il rischio che hai scelto di correre”.

Superare le zone di comfort sul lavoro: il prossimo webinar di Eukinetica

Come uscire dalla propria zona di comfort? E in che modo è possibile motivare e stimolare le risorse umane a fare lo stesso?

Sarà questo uno dei temi del prossimo webinar gratuito di Eukinetica, che terremo mercoledì 26 ottobre alle ore 14:30.

Nel corso del webinar presenteremo il nuovo corso “KoolBreeze – Metodo Wim Hof”, pensato per gli HR, i Manager e i lavoratori che vogliono guardare oltre la loro comfort zone per raggiungere nuovi obiettivi professionali sfidanti. 

Durante la live avrai l’opportunità di confrontarti con i nostri Trainer, per chiarire i tuoi dubbi e approfondire la formazione di Eukinetica e le novità che abbiamo introdotto di recente all’interno dei nostri moduli formativi.

Il numero di posti disponibili per seguire il webinar è limitato: ti suggeriamo di prenotare oggi stesso il tuo. Registrati ora: ti aspettiamo online mercoledì prossimo.

Scritto da Eukinetica Staff


Cosa vuol dire oggi praticare la leadership?
Come leggere i fenomeni emergenti quali, ad esempio, la Great Resignation i cui numeri cominciano a far riflettere anche in Italia?
E che posto avrà il fattore umano in organizzazioni supportate massivamente da Intelligenze Artificiali evolute?

Sono queste alcune delle domande di fondo a cui abbiamo provato a dare risposte concrete con il foKus report 2023, l’attesissima indagine annuale di Eukinetica sul mondo del lavoro e degli HR che, come ogni anno, ci vede impegnati in un approfondito lavoro di studio e di ricerca.

Per il 2023 ci siamo posti l’obiettivo di provare a dare riscontri concreti su come sarà questo periodo di New Normal, l’era post pandemia che si porta dietro un’eredità consistente e una maggiore consapevolezza sul benessere da parte dei lavoratori. Una consapevolezza, questa, che rappresenta un cambio di paradigma nel modo di concepire il ruolo HR, nella nuova realtà che stiamo vivendo. Il foKus report è un REGALO esclusivo per te:

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