Dal 1865 ad oggi la sicurezza sul posto di lavoro è un aspetto fondamentale per garantire il benessere dei lavoratori e la continuità delle attività aziendali. Nel corso del tempo l’insieme delle normative, procedure e pratiche volte a prevenire incidenti, infortuni e malattie professionali ha registrato variazioni e integrazioni funzionali a una migliore protezione dell’incolumità della persona. Ecco alcuni punti chiave relativi alla sicurezza sul lavoro:
- Normative di riferimento: ogni paese ha leggi specifiche riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro. Ad esempio, in Italia, il Decreto Legislativo 81/2008 stabilisce le misure da adottare per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.
- Valutazione dei rischi: è fondamentale effettuare una valutazione dei rischi presenti nel luogo di lavoro per identificare potenziali pericoli e adottare le misure necessarie per ridurli o eliminarli.
- Formazione dei lavoratori: la formazione è essenziale per garantire che i lavoratori conoscano i rischi legati alle loro mansioni e sappiano come prevenirli. Corsi di formazione specifici possono aumentare la consapevolezza e la preparazione.
- Dispositivi di protezione individuale (DPI): l’uso di DPI, come caschi, guanti, occhiali protettivi o dispositivi antirumore, è spesso obbligatorio per proteggere i lavoratori dai rischi specifici.
- Procedure di emergenza: è fondamentale avere procedure chiare per gestire situazioni di emergenza, come incendi o incidenti, compresi piani di evacuazione e formazione su come comportarsi in caso di emergenze.
- Monitoraggio e manutenzione: la sicurezza sul lavoro non è un’attività “una tantum”, ma richiede un monitoraggio costante e la manutenzione delle attrezzature e delle infrastrutture.
- Promozione di una cultura della sicurezza: è importante promuovere una cultura della sicurezza all’interno dell’organizzazione, incoraggiando i dipendenti a segnalare situazioni di rischio e a partecipare attivamente alla creazione di un ambiente di lavoro sicuro.
- Coinvolgimento dei lavoratori: coinvolgere i lavoratori nella gestione della sicurezza e nella pianificazione delle misure di prevenzione può migliorare l’efficacia delle pratiche di sicurezza.
La sicurezza sul posto di lavoro va vista, pertanto, come una responsabilità condivisa tra datori di lavoro e lavoratori, e un ambiente di lavoro sicuro è fondamentale per il benessere e la produttività di tutti.
Nel 1978 avvenne una svolta epocale in questo ambito legata alla nascita, nel Nord America, della BBS (Behavior Based Safety), ovvero la sicurezza comportamentale. La BBS ha introdotto l’osservazione dei comportamenti del lavoratore basandosi non solo in relazione all’adesione delle normative ma anche allo stile di vita condotto.
Questo ha inizialmente indotto le aziende a ritenere il lavoratore “colpevole” se coinvolto in un infortunio.
Tuttavia, non essendoci dolo o intenzionalità in occasione di un incidente da parte del malcapitato, parlare di colpe risulta eccessivo.
Piuttosto è meglio definire delle responsabilità che, però, sono in relazione anche ridotte conoscenze in relazione a come lo stile di vita può favorire positivamente a essere maggiormente sicuri sul lavoro.
Da oltre dieci anni, con la nostra formazione nei luoghi di lavoro, condividiamo conoscenze e pratiche volte a educare alla tutela della salute oltre che della sicurezza del lavoratore, ritenendo la salute psicofisica base portante della sicurezza stessa.
Quest’ultima è il logico frutto di un equilibrio interno che produce uno stato di calma interiore funzionale a prestare la migliore attenzione al mondo circostante.
La mancanza di calma pone le basi per la distrazione che rappresenta il fattore primario degli incidenti sul posto di lavoro.
Come si può allenare la calma per non perderla?
Prima di capire cosa e come fare per allenare lo stato di calma interiore è utile dare una definizione di cosa è esattamente.
La calma è uno stato interiore di quiete emozionale e mentale che ci permette di stare bene e affrontare la vita quotidiana con scelte giuste ed equilibrate che si rifletteranno anche nei comportamenti.
La calma è in parte frutto del clima familiare nel quale si nasce e cresce ma è altresì allenabile attraverso un adeguato stile di vita e la pratica di discipline di auto ascolto, come la meditazione, che attivano la capacità di osservazione della coscienza, ovvero quella parte di ogni individuo capace di valutare il proprio agire in relazione a sé stesso e al mondo circostante, per apportare cambiamenti migliorativi laddove necessario.
Esistono fattori che dipendono dalla personale volontà e altri indipendenti che possono concorre in modo funzionale a mantenere o a perdere il buon equilibrio interno.
Va da sé che si possa avere un controllo diretto solo sui fattori dipendenti dalla propria volontà e che questi attengano allo stile di vita che si decide di seguire.
L’adeguato soddisfacimento dei bisogni primari di sopravvivenza pone delle robuste basi per garantire la migliore biochimica interna e, di riflesso, il migliore stato di calma.
La biochimica è in stretta relazione alle personali scelte alimentari, alle abitudini legate al riposo e all’attività fisica.
La società attuale, con le sue regole e i suoi ritmi, rende difficoltoso questo processo di tutela della salute, anche in virtù dello stress che arreca.
Adeguate conoscenze e strumenti danno forma ai DBI (Dispositivi del Benessere Individuale) di cui il lavoratore può disporre per ampliare il personale corredo di competenze da adottare per agire più responsabilmente in direzione della protezione della propria salute e, di riflesso, incrementare la propria sicurezza sul posto di lavoro e non solo.
La formazione aziendale di Eukinetica inerente all’educazione alla calma, all’attenzione e all’ascolto attivo, alla postura, all’ergonomia, alla gestione dello stress, all’alimentazione consapevole e alla tutela del sonno, soddisfa, appunto, questa necessità.
Articolo a cura di Giovanni Castellani, Training Manager e Partner di Eukinetica.