Ottimizzare l’attenzione nella formazione sulla salute e sicurezza: strategie e tecniche per un ambiente di lavoro più sicuro

27 Mag 2025

Tempo di lettura: 8 minuti

Ottimizzare l’attenzione nella formazione sulla salute e sicurezza: strategie e tecniche per un ambiente di lavoro più sicuro

In un mondo del lavoro in continua evoluzione, dove le sfide legate alla sicurezza e alla salute dei lavoratori sono sempre più complesse, uno degli elementi chiave per garantire ambienti di lavoro più sicuri e conformi alle normative è l’attenzione. Spesso, infatti, incidenti e infortuni si verificano non per mancanza di conoscenza o di procedure, ma perché l’attenzione dei lavoratori si distrae o si affievolisce nel tempo.

L’attenzione rappresenta una risorsa preziosa, una capacità cognitiva che permette di focalizzare le risorse mentali su determinati stimoli, compiti o situazioni. Se questa risorsa non viene adeguatamente sviluppata e mantenuta, rischiamo di perdere di vista i rischi più evidenti o di non rispettare le procedure di sicurezza, mettendo a repentaglio sé stessi e gli altri.

L’obiettivo di questo articolo è approfondire il funzionamento dell’attenzione, analizzare le sue diverse tipologie, i fattori che la influenzano e, soprattutto, offrire tecniche pratiche e strategie per migliorare questa competenza fondamentale all’interno delle attività di formazione sulla salute e sicurezza sul lavoro. Solo attraverso un approccio consapevole e mirato possiamo creare ambienti di lavoro più sicuri, resilienti e orientati alla prevenzione.

Come funziona l’attenzione? 

Per comprendere come migliorare l’attenzione nella formazione e nel contesto lavorativo, è fondamentale capire innanzitutto come funziona questo processo cognitivo nel nostro cervello.

Il processo attentivo nel cervello umano

L’attenzione può essere definita come la capacità di selezionare alcune informazioni sensoriali o cognitive rispetto ad altre, concentrando risorse mentali su un compito specifico. Questo processo coinvolge diverse aree cerebrali, tra cui la corteccia prefrontale, il lobo parietale, il sistema reticolare e il giro del cingolo anteriore.

Quando una persona si focalizza su un’attività, il cervello attiva circuiti specifici che filtrano gli stimoli più rilevanti, sopprimendo quelli irrilevanti o distraenti. La selezione di queste informazioni permette di concentrare l’attenzione e di mantenere la concentrazione nel tempo, anche in presenza di stimoli esterni o interni che tenderebbero a distoglierla.

Attenzione volontaria vs involontaria

Esistono due principali modalità di attenzione:

  • Attenzione volontaria (o controllata): è quella che decidiamo di dedicare consapevolmente a un compito o stimolo. Si tratta di un processo attivo, che richiede impegno e controllo, come quando si studia un manuale di sicurezza o si analizza una procedura complessa.
  • Attenzione involontaria (o automatica): si attiva spontaneamente in risposta a stimoli salienti o inattesi, come un rumore improvviso o un movimento rapido. Questa forma di attenzione è più automatica e meno controllabile, ma fondamentale in situazioni di emergenza.

Entrambe le modalità sono essenziali nel contesto lavorativo: l’attenzione volontaria permette di seguire procedure e norme, mentre quella involontaria aiuta a reagire prontamente a stimoli critici.

Le aree cerebrali coinvolte

  • Corteccia prefrontale: coinvolta nella pianificazione, nel controllo esecutivo e nella concentrazione volontaria.
  • Sistema reticolare: regola la vigilanza e il livello di attivazione fisiologica, determinando quanto siamo svegli e pronti a concentrarci.
  • Lobo parietale: aiuta a individuare e selezionare gli stimoli rilevanti nello spazio.
  • Giro del cingolo anteriore: coinvolto nel monitoraggio delle performance e nel rilevamento di errori o situazioni di conflitto, quando si vivono situazioni di stress.

Il ciclo dell’attenzione: focalizzazione, mantenimento, spostamento e recupero

L’attenzione segue un ciclo continuo che comprende quattro fasi principali:

  • Focalizzazione: scegliere uno stimolo o un compito specifico.
  • Mantenimento: mantenere la concentrazione nel tempo, anche di fronte a distrazioni.
  • Spostamento: cambiare l’attenzione da uno stimolo a un altro, quando necessario.
  • Recupero: ricollegarsi alla concentrazione dopo una distrazione o interruzione.

Questa dinamica è fondamentale nella gestione delle attività lavorative, soprattutto quando si devono mantenere alte performance in ambienti complessi o rischiosi.

Attenzione, percezione, memoria e apprendimento

L’attenzione agisce come un filtro che permette alla percezione di selezionare le informazioni rilevanti. Senza attenzione, la percezione può essere confusa o sovraccarica, ostacolando l’apprendimento e la memorizzazione di informazioni cruciali.  

Quando si impara una procedura di sicurezza, ad esempio, l’attenzione garantisce che le informazioni chiave siano percepite e memorizzate, facilitando il ricordo e l’applicazione futura.

Le diverse tipologie di attenzione 

L’attenzione non è un processo unico, ma si declina in diverse forme che si adattano a vari contesti e compiti. Conoscere queste tipologie permette di progettare interventi formativi più efficaci.

  • Attenzione selettiva: consente di focalizzarsi su uno stimolo specifico ignorando altri stimoli potenzialmente distraenti. È fondamentale in ambienti rumorosi o caotici, come un’officina o un cantiere, dove bisogna concentrarsi su un’attività precisa, come l’uso di un macchinario o la verifica di un DPI. Esempio pratico: Durante una simulazione di emergenza, il lavoratore deve concentrarsi sulla procedura di evacuazione, ignorando altri stimoli come rumori o conversazioni.
  • Attenzione sostenuta: permette di mantenere la concentrazione su un compito per un periodo prolungato. È essenziale quando si svolgono attività ripetitive o di monitoraggio continuo, come la supervisione di strumenti di sicurezza o la conduzione di verifiche periodiche. Esempio: Un operatore di un impianto deve monitorare costantemente i parametri di sicurezza senza perdere attenzione nel corso di tutta la sua turnazione.
  • Attenzione divisa: consente di gestire più compiti contemporaneamente. Questa forma di attenzione è frequentemente richiesta nelle attività multitasking, come durante l’utilizzo di dispositivi digitali mentre si risponde alle richieste di un collega. Esempio: Un tecnico che deve seguire una procedura di manutenzione mentre comunica con il team e monitora strumenti digitali.
  • Attenzione automatica: risponde automaticamente a stimoli familiari o salienti, senza bisogno di uno sforzo consapevole. Può essere utile, ma anche rischiosa, in quanto può portare a distrazioni involontarie. Esempio: Un lavoratore che reagisce automaticamente a un allarme acustico senza valutare correttamente la situazione.
  • Attenzione volontaria: richiede uno impegno cosciente per concentrarsi su uno stimolo o compito specifico. È fondamentale nella formazione, dove è necessario seguire attentamente istruzioni e procedure. Esempio: Durante un corso di formazione sulla manipolazione di sostanze chimiche, il lavoratore deve mantenere alta l’attenzione sulle istruzioni fornite.

I fattori che influenzano l’attenzione

Ragazza che sbadiglia davanti al computer

L’attenzione non è un processo statico, ma soggetto a molteplici influenze che possono potenziarla o comprometterla. È una capacità che non tutti hanno allenata allo stesso modo ma che, fortunatamente, è allenabile, quindi implementabile. 

Intanto bisogna avere una buona dose di motivazione per prestare attenzione a qualcosa, e si riesce ad avere la giusta motivazione quando si ha la necessaria energia. Livelli di energia scadenti, per effetto di uno stile di vita non protettivo in tal senso, favoriscono livelli di attenzione commisurati. Analizziamo, di seguito, quali sono i fattori che condizionano l’attenzione da diversi punti di vista:

Fattori interni

  • Stanchezza: la fatica riduce la capacità di concentrazione e aumenta la probabilità di errori; questa può essere frutto di un non adeguato soddisfacimento del bisogno primario di riposo che aiuta oltre che a ricaricare adeguatamente le pile a livello fisico, anche ad avere la giusta lucidità mentale.
  • Digestione: il processo digestivo, una volta innescato, è prioritario su tutto il resto dato che non può essere messo in pausa; se le scelte alimentari che operiamo rendono complessa la fase digestiva, l’organismo dirotta una cospicua parte di sangue in direzione dello stomaco per facilitare il processo, penalizzando il bisogno di sangue e ossigeno del cervello quando si è al lavoro. Questa situazione comporta il classico “abbiocco post prandiale” che oltre a inficiare i livelli performativi, espone gli addetti alle linee di produzione, chi utilizza i muletti e il personale viaggiante a pericoli di sicurezza non da poco.
  • Dolori muscolo articolari: il dolore è uno dei fattori che sottraggono maggiore attenzione al lavoratore. Fornire al lavoratore conoscenze e strumenti funzionali alla tutela della salute muscolo articolare favorisce, di conseguenza, livelli ottimali di performance e protezione da eventuali pericoli; infatti, in condizioni di sofferenza, i tempi di reazione a un improvviso pericolo saranno decisamente più lunghi.
  • Livello di interesse: attività coinvolgenti stimolano l’attenzione, mentre quelle noiose la diminuiscono.
  • Motivazione intrinseca ed estrinseca: la voglia di apprendere e di rispettare le norme influisce sulla qualità dell’attenzione.

Fattori esterni

  • Ambiente di lavoro: un ambiente rumoroso, disorganizzato o con molte interruzioni ostacola l’attenzione.
  • Rumore e distrazioni: stimoli continui, notifiche digitali o interruzioni frequenti abbassano la capacità di concentrazione.
  • Illuminazione e layout: ambienti ben illuminati e organizzati favoriscono la concentrazione.

Fattori individuali

  • Età: le capacità attentive variano con l’età, con i giovani generalmente più performanti ma anche più facilmente distratti.
  • Capacità cognitive: persone con maggiori competenze cognitive tendono a mantenere l’attenzione più a lungo.
  • Formazione e esperienze pregresse: conoscenze consolidate facilitano la concentrazione e l’apprendimento.

Cultura aziendale e benessere

Donna che medita durante una riunione impegnativa

Una cultura che valorizza il benessere mentale, il rispetto dei tempi e delle pause favorisce la qualità dell’attenzione. Programmi di supporto psicologico, formazione sulla gestione dello stress e politiche di flessibilità sono strumenti efficaci.

Tecniche per migliorare l’attenzione

Migliorare l’attenzione è possibile attraverso strategie pratiche e tecniche di training specifiche.

  • Mindfulness e meditazione: le pratiche di mindfulness aiutano a sviluppare la capacità di rimanere presenti nel momento, riducendo le distrazioni e migliorando la concentrazione. Brevi sessioni quotidiane di meditazione, anche di 5-10 minuti, possono ridurre lo stress e aumentare la resilienza attentiva. Esempio: durante i corsi di formazione, si possono introdurre esercizi di respirazione profonda prima di iniziare le sessioni per favorire la concentrazione.
  • Gestione del tempo e delle pause: tecniche come il metodo Pomodoro (25 minuti di lavoro, 5 di pausa attiva) aiutano a mantenere alta l’attenzione senza affaticarsi. Le pause regolari prevengono il sovraccarico cognitivo e migliorano la capacità di mantenere la concentrazione nel lungo termine. Esempio: In sessioni di formazione o di lavoro pratico, programmare brevi pause attive di 5 minuti ogni 25-30 minuti di attività intensa.
  • Creare ambienti di lavoro favorevoli: organizzare lo spazio di lavoro in modo strategico, ridurre le fonti di distrazione, ottimizzare l’illuminazione e mantenere un layout ordinato favorisce la concentrazione. Consiglio: utilizzare segnaletiche, zone dedicate e strumenti di gestione delle distrazioni per creare ambienti più attenti e sicuri.
  • Esercizi pratici e simulazioni: allenare l’attenzione attraverso esercizi specifici, come giochi di memoria, giochi funzionali all’allenamento dell’attenzione a breve, medio e lungo periodo, simulazioni di emergenza o attività di problem solving, aiuta a sviluppare la concentrazione in situazioni reali. Esempio: organizzare workshop pratici in cui i partecipanti devono seguire procedure di sicurezza sotto pressione, migliorando la loro capacità di mantenere l’attenzione anche in situazioni stressanti.
  • Uso di strumenti digitali e tecnologie: esistono applicazioni e dispositivi che aiutano a monitorare e migliorare l’attenzione, come app di mindfulness, timer intelligenti, o sistemi di feedback visivi sui livelli di concentrazione. Esempio: utilizzare software di monitoraggio delle distrazioni digitali per sensibilizzare i lavoratori sull’uso consapevole degli strumenti tecnologici.

Conclusione

L’attenzione è una risorsa preziosa e strategica nel contesto della salute e sicurezza sul lavoro. Comprenderne il funzionamento, riconoscerne le tipologie e i fattori che la influenzano ci permette di sviluppare interventi più efficaci, sia nella formazione che nelle pratiche quotidiane.

Investire nel miglioramento dell’attenzione significa prevenire incidenti, aumentare la qualità del lavoro e promuovere una cultura della sicurezza più consapevole e resiliente. La creazione di ambienti di lavoro che favoriscono la concentrazione, attraverso tecniche di training, organizzazione e benessere, rappresenta un passo fondamentale verso un futuro più sicuro e sostenibile.

Se desideri approfondire come implementare queste strategie nella tua organizzazione, ti invitiamo a partecipare alla Fiera Ambiente e Lavoro che si terrà a Bologna dal 10 al 12 giugno dove saremo presenti con uno stand e una saletta corsi con un programma di attività pratiche tutte mirate al miglioramento della sicurezza e della salute del lavoratore.

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Altrimenti contattaci per richiedere una consulenza personalizzata. 

Se hai piacere, condividi questo articolo con i tuoi colleghi e partner. Solo insieme possiamo costruire ambienti di lavoro più sicuri, efficienti e attenti alle esigenze di tutti.

Lettura consigliata

Se il tema dell’attenzione ti risuona e vuoi fare un approfondimento di valore, ti suggerisco la lettura del libro “L’attenzione rubata” scritto da Johann Hari, giornalista britannico che ha intervistato i massimi esperti di attenzione per offrire una panoramica sui fattori che la possono condizionare positivamente o meno. Io l’ho letto e mi ha ispirato a prendere decisioni importanti per migliorare il mio livello di attenzione. 

Buona lettura se deciderai di leggerlo! 

Articolo a cura di Giovanni Castellani, Training Manager e Partner di Eukinetica

Scritto da Eukinetica Staff


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