Le catene muscolari sono una scoperta centrale nel percorso verso l’autonomia nella gestione del proprio benessere
“Mattinata interessantissima”. “Informazioni utili da provare”. Perché la stragrande maggioranza dei partecipanti ai nostri corsi si esprime in questi termini nel valutarli? Alla base della nostra formazione esperienziale in aula sta un concetto che ha certamente una grande responsabilità in questo successo: il concetto di catena muscolare.
Un fecondo cambio di prospettiva
Quadricipite, trapezio, psoas… ogni muscolo ha un proprio nome e questo ci porta a considerare i muscoli come delle singole unità. Quello che pochi sanno è che, in realtà, la situazione è ben diversa. Una volta fatta questa scoperta in aula, e averla testata di persona, i partecipanti si riconnettono con il proprio corpo, spesso con entusiasmo. Ma andiamo per gradi.
Dal muscolo alla catena muscolare
I tendini, la parte più fibrosa dei muscoli, permettono l’attacco del muscolo allo scheletro e creano un sistema di continuità tra i diversi muscoli dato che l’inserzione di un muscolo coincide o si sovrappone all’origine di un altro muscolo.
Il tessuto connettivo, inoltre, avvolge i muscoli dalla superficie alla profondità come una specie di mantello che li racchiude tutti. I muscoli devono quindi essere considerati come parti collegate di un sistema più ampio. Noi specialisti utilizziamo il termine “catene muscolari” per riferirci ad essi per sottolineare che si tratta di un insieme di anelli collegati tra loro.
Non si tratta solo di una questione di nomenclatura ma di prospettiva generale sul funzionamento del nostro corpo. Se infatti pensiamo alle catene muscolari, possiamo facilmente capire che l’azione di un muscolo che si contrae ha dei riflessi su tutti gli altri muscoli collegati e, indirettamente, anche sui muscoli di altre catene. A seguito di studi fatti da diversi esponenti della posturologia (Mézières e Souchard sono i più noti), sono state individuate diverse catene muscolari (vedi figura) che in relazione tra loro consentono al corpo di spostarsi nello spazio con la migliore armonia, condizionata dall’effettivo stato di elasticità dei muscoli.
Tutto questo ci dice che il concetto di catena muscolare assume fondamentale importanza nell’ambito della posturologia per comprendere come una disfunzione di un distretto del corpo possa diffondersi ad altre parti.
Cosa c’entra il torcicollo con la caviglia?
Prendiamo ad esempio una persona che si sloga una caviglia. La prima reazione del nostro corpo sarà di difesa dal dolore: i muscoli circostanti la caviglia si irrigidiscono per limitarne al minimo i movimenti, che creano dolore. Se la caviglia non viene subito rieducata al movimento liberandola dalla rigidità dei muscoli attraverso massaggi mirati ed esercizi posturali di completamento, questa limitazione articolare della caviglia produrrà, mediante il sistema delle catene muscolari, una risposta di compenso in altre articolazioni del corpo che si muoveranno al posto della caviglia per consentire comunque lo spostamento nello spazio. A seconda dei casi individuali, queste prime compensazioni potrebbero avvenire al livello delle ginocchia, delle anche o della zona lombare.
Nel medio e lungo periodo l’iperattività dei muscoli corrispondenti alle articolazioni che avranno compensato l’ipomobilità della caviglia genererà un irrigidimento locale a cui conseguirà la necessità di altri compensi. Questo darà luogo a un quadro di diffusione di problematiche lungo il sistema della catene muscolari, che fungono da tramite tra le diverse parti. In quest’ottica è facile capire perché un problema può diffondersi da una caviglia su fino alle spalle e al collo.
Far scoprire le catene muscolari: ecco uno dei nostri segreti
“Escalation” di irrigidimenti del genere, dalla caviglia al collo o dal ginocchio alla spalla, sono molto più comuni di quanto si pensi, ma capire che un dolore nella zona X è connesso ad una parte del corpo “lontana” da essa è per molti una vera e propria rivelazione. In aula lavoriamo molto sul muscolo diaframma[note]Per intendersi: il diaframma è il muscolo che tiene separati i visceri dai polmoni e che ci permette di respirare.[/note] poiché è attraversato da quasi tutte le catene muscolari: i partecipanti testano in prima persona l’efficacia di esercizi di respirazione consapevole e automassaggi del diaframma nell’allentare tensioni al collo, alle gambe, alle braccia. Massaggiando “la pancia” si rilassano schiena, collo, gambe, polpacci… una conoscenza preziosa che i partecipanti mettono subito in pratica e dalla quale beneficiano nell’immediato!
Ecco la “magia” delle catene muscolari, uno dei segreti che rendono i nostri corsi un’esperienza interessante e che lascia un segno in chi partecipa.
Giovanni Castellani e Pierpaolo Di Carlo
Partner, training e coaching Eukinetica / Ricerca e Sviluppo Eukinetica
giovanni.castellani@eukinetica.it / pierpaolo.dicarlo@eukinetica.it