A livello biologico il dolore fa parte di quegli stimoli che condizionano ad agire per sopravvivere, non a caso esiste quella che alcuni autori definiscono “la scala del dolore e del piacere”, alla quale ogni animale esistente sulla Terra risponde.
Tradotto in parole povere, si persegue ogni cosa che abbia l’accezione del piacere e che assicuri la sopravvivenza, e si fugge da tutto ciò che è dolore, ovvero da quegli stimoli potenzialmente capaci di minacciarla.
Da questa prospettiva è chiaro che il dolore è un messaggio che il corpo ci invia con l’aspettativa che sia accolto e correttamente interpretato. Ma quali possono essere i contenuti di questo messaggio?
Definiamo il dolore
A livello medico il dolore è il mezzo con cui l’organismo segnala un danno tissutale. Secondo la definizione della IASP (International Association for the Study of Pain) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il dolore “è un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata al danno dei tessuti, in atto o potenziale”.
Il dolore ha anche una funzione fondamentale nella sopravvivenza dell’individuo, è un messaggio che richiede una reazione necessaria a seguito di un’aggressione o un danno all’integrità fisica. Per questo motivo l’organismo è dotato di recettori del dolore, tecnicamente definiti nocicettori (dal latino “noxa” = danno), in grado di identificare vari tipi di stimoli pericolosi che siano meccanici, chimici o termici.
Il dolore può avere due significati
Il dolore può avere una finalità biologica protettiva e di aiuto quando, per esempio, mi scotto con una fiamma e ciò mi induce ad allontanare la mano dalla fiamma stessa, oppure un significato di dolore-malattia quando il sintomo non è più passeggero ma radicato e che logora fisicamente e mentalmente chi ne soffre, per il fatto che non se ne conosce l’origine e per cui risulta di difficile risoluzione.
Questa doppia lettura del dolore ha portato a incomprensioni nell’individuo che lo sperimenta e, in un mondo dove il tempo sembra sfuggire di mano perché troppo veloce, se non si hanno sufficienti elementi per comprendere realmente la natura del messaggio che il dolore veicola, è facile scegliere di ricorrere all’uso di antidolorifici per attenuare il segnale. In quest’ottica si tende ad affievolire sempre più l’intimo contatto con il nostro corpo e il giusto significato da dare a quanto accade, poiché artificiosamente ci sembra che tutto sia passato, almeno fino a che dura l’effetto del farmaco. Questa non è una crociata contro i farmaci, che alla reale bisogna vanno usati seguendo le prescrizioni mediche. L’importante è non illudersi di aver risolto definitivamente il problema una volta assunti.
Il dolore in azienda
I corsi di Eukinetica hanno proprio lo scopo di portare una nuova consapevolezza corporea in azienda, per spronare a comunicare diversamente e in modo più efficace con la propria parte fisica, alla ricerca delle cause che generano il dolore per poter realmente intervenire su di esse e far cessare il disagio una volta per tutte. La sensazione di dolore viene generata per una causa immediata, ma questa può essere connessa a cause più antiche, latenti, irrisolte. Questa è la chiave più interessante per ascoltare il dolore e cercare di capire cosa ci sta dicendo invece che rifuggerlo.
Educare le persone a non vivere il dolore unicamente come un disagio dal quale liberarsi il prima possibile, e fornire loro una possibile visione dello stesso come una valida opportunità per riflettere su se stessi, conoscersi e comprendere cosa stiamo facendo nel quotidiano e che ci conduce, se non invertiamo la tendenza, alla sofferenza: questa è una delle mission di Eukinetica.
Con questo nuovo paradigma si possono trovare le giuste motivazioni per aprirsi al cambiamento di quelle abitudini che ci hanno condotto, nel tempo, a soffrire.
In quest’ottica il dolore di fatto rappresenta un indicatore personale che ci avvisa di uno squilibrio interno e ci guida ad intervenire in modo responsabile e costruttivo per prendercene cura, finché la sua scomparsa ci darà conferma di essere tornati sulla giusta strada. Quella del benessere.
Giovanni Castellani
Partner, Training & Coaching Eukinetica
giovanni.castellani@eukinetica.it
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