Le vacanze estive come momento strategico per prendersi cura di sé

25 Lug 2024

Tempo di lettura: 5 minuti

Le vacanze estive come momento strategico per prendersi cura di sé

Finalmente è il momento delle tanto attese vacanze estive.

Probabilmente alcuni ne sono già reduci, altri le faranno a settembre, in ogni caso le vacanze estive rappresentano quel momento di stacco dal lavoro funzionale a ricaricare le pile.

L’intento è buono, ma alcuni, dopo il periodo di ferie, rientrano a lavoro con minor energia rispetto alle aspettative iniziali. 

Perché e come accade tutto ciò? 

Leggendo questo articolo imparerai:

  • Il significato letterale di “vacanza”
  • Le vacanze al giorno d’oggi: perché e come mai a fine vacanza non ci si sente ricaricati di energia come si desiderava?
  • Best practices per ricaricare concretamente le pile e ripartire di slancio al rientro

Quando è nato il concetto di vacanza?

L’etimologia della parola vacanza risale dal latino “vacantia” neutro plurale sostantivato di “vacans”, a sua volta participio presente di “vacare”, cioè “essere vuoto”, “libero”.

Quindi un periodo di libertà, di vuoto dal lavoro e dagli obblighi scolastici in coincidenza con festività, turni di riposo o altre circostanze.

Nel periodo dell’Impero Romano, le ferie erano dei giorni dedicati a celebrare solennemente gli dei e, in occasione di queste, venivano organizzati giochi, banchetti luculliani e celebrazioni.

Sempre nell’Antica Roma, imperatori e patrizi in occasione delle ferie abbandonavano l’Urbe e si recavano nelle ville romane, dotate di terme, per sfuggire al caldo e alle possibili infezioni e incendi tipici dei mesi più caldi. Qui si dedicavano all’otium latino che, letteralmente, prevedeva l’astensione dalle incombenze politiche e della vita pubblica per dedicarsi a tempo pieno all’arte e alla cura di sé stessi.

Solo nel 1871, in Inghilterra, il “Bank Holiday Act” istituisce un atto ufficiale che riconosce quattro giorni di ferie ai dipendenti delle banche dell’Irlanda, Galles e Inghilterra. All’epoca il diritto alle ferie era ad appannaggio di alcune classi privilegiate. 

A seguire furono il Canada e USA a esportare oltremanica il concetto di ferie, ma la vera e propria svolta avvenne grazie alla Francia che nel 1936, grazie al segretario di Stato Leo Lagrange, istituì l’”Anno 1° della felicità” che prevedeva un periodo di quindici giorni di ferie estive remunerato. 

In Italia il riconoscimento del diritto irrinunciabile del lavoratore a delle ferie annuali retribuite verrà sancito solo nel 1948 grazie alla Costituzione Italiana.

Il concetto attuale di “vacanze” 

Oggigiorno il significato base della vacanza, riportato precedentemente, rimane immutato. Quello che è variato, per certi aspetti, è l’attitudine di chi va in vacanza.

Quello che potrebbe essere un periodo favorevole a prendersi cura di sé diventa invece un periodo in cui ogni tipo di obbligo/regola viene trasgredita. Non ci sono orari, in linea con le esigenze del corpo, per i pasti, per il riposo notturno e per il consumo di bevande alcoliche che alla lunga appesantiscono (soprattutto se non vengono smaltite attraverso attività fisiche). L’importante è svagarsi, divertirsi e socializzare.

Tutto assolutamente lecito dato che anche la parte mentale ha bisogno di svago ma, spesso, ci si dimentica che corpo e mente sono inscindibili.

Il corpo, attraverso il riposo, si ricarica di energia, e in vacanza è il bisogno frequentemente più bistrattato. Complice anche l’ora legale, si va a letto tardi e ci si dedica ad attività che attivano risposte ormonali non consone all’esigenza del riposo. È vero che ci si può alzare più tardi la mattina, ma è risaputo che la qualità del sonno non dipende dal numero delle ore dormite ma dall’orario in cui ci si corica. Otto ore dormite tra le 22 e le 6 hanno un valore completamente diverso se spese tra le 2 del mattino e le 10. Non contando che svegliandosi tardi vengono spostati tutti gli orari dei pasti, incidendo anche sull’orologio biologico interno.

E qui risiede proprio uno dei principali motivi per cui, a fine vacanza, alcuni non hanno a disposizione quell’energia utile ad affrontare la ripresa dei lavori.

Fortunatamente, da un lato, il corpo ha incredibili capacità di compenso ma, nel medio e lungo periodo, questa capacità del corpo ci si ritorce contro facendoci sentire perennemente stanchi e incapaci a trovare una via d’uscita dal senso di spossatezza.

Senza ambire a una vita monacale, si può realmente sfruttare al meglio il periodo di stacco estivo per farsi trovare alle porte dell’autunno in forma smagliante. Si tratta solo di pianificare momenti della giornata in cui non ci si dimentica completamente di avere un corpo che ci sostiene in ogni attività che compiamo, lavorativa o di svago che sia.

Se il corpo non è in forma, perché soffre di dolori o altro, purtroppo si deve rinunciare anche ai momenti di svago per dedicarsi al “riposo forzato” per tornare in forma.

C’è un famoso proverbio che narra “prevenire è meglio che curare” e in queste parole si nasconde una verità che sfugge ai più. L’aspetto migliorativo del prevenire rispetto al curare è dato dal fatto che l’impegno che dobbiamo profondere per noi stessi è inferiore rispetto a quello che si deve profondere quando non si sta bene. Quindi, quel tempo che si pensa di perdere per dedicarsi a delle pratiche che tutelano la salute del sistema mente-corpo, di fatto aumenta quando siamo costretti forzatamente a farlo perché non si sta bene.

È importante farsi una ragione che l’impegno non lo si può scampare. Sia che si decida si prodigarsi per prevenire, sia che si preferisca farlo successivamente per curare, l’impegno va profuso. Soltanto che nel primo caso è nettamente minore in termini di tempo.

Quindi, alcuni arrivano a fine vacanza con un arretrato di riposo, con un eccesso cibo e bevande consumate e con un difetto di attività fisica svolta che ha un impatto importante sul bilancio finale delle energie a disposizione.

Come fare per ottenere risultati diversi senza rinunciare al divertimento?

Best practices per ricaricare le pile efficacemente

Molto passa attraverso la consapevolezza di quelli che sono gli ambiti in cui sentiamo il bisogno di migliorare il personale stile di vita e, di conseguenza della pianificazione delle giornate di vacanza che sia hanno a disposizione per soddisfare tali bisogni.

Chi più chi meno, verso fine anno promette a sé stesso/a di modificare alcuni ambiti dello stile di vita. Normalmente i buoni propositi sono tutti indirizzati verso il miglioramento della propria salute: “Giuro che mi iscrivo in palestra…”, “Giuro che mi metto a dieta…”, “Giuro che smetto di fumare…” e simili.

Quindi l’individuazione degli ambiti non dovrebbe essere così complessa da fare. La parte più difficile è pianificare quel tempo per dedicarsi a quanto si sente il bisogno di fare per sé, pianificarlo come azione concreta e non solo come desiderio, e, soprattutto, mettere in pratica con costanza ciò che si è pianificato.

Il periodo di vacanza è proprio il momento ottimale per fare questo, perché le ore lavorative normalmente impiegate ce le ritroviamo a disposizione per dedicarle ad altro. Non è tanto una questione di tempo che manca ma di come il tempo che si ha a disposizione viene organizzato.

Di seguito condivido tre suggerimenti che, se messi in pratica, potranno aiutarti a farti sentire realmente carico/a di energia.

  • Almeno a giorni alterni, programma il tuo risveglio entro le 7 per poterti dedicare a un’attività fisica (come camminata veloce, corsa lenta, nuoto, bicicletta e simili) che stimoli l’organismo a produrre determinati ormoni (cortisolo e testosterone) in accordo con l’orologio biologico. Prima dell’attività fisica idratati adeguatamente, consumando almeno mezzo litro d’acqua, e terminata l’attività. Oltre a reidratarti, dedicati a fare una buona colazione che diventi il pasto principale della giornata (dato che molti, nel periodo del lavoro la saltano a piedi pari o consumano, se va bene, un caffè). Se ti impegnerai a fare tutto questo, sempre che tu non lo faccia già d’abitudine, sentirai un cambio di energia importante.
  • Programma, prima di andare a dormire di fare attività di stretching o di rilassamento che favoriscano il miglior riposo. Tra i tanti esistenti, l’esercizio della squadra alla parete (come illustrato dal video qui sotto) risponde efficacemente al bisogno del corpo di ridistendere i muscoli prima di coricarsi e, contestualmente, abbassare i “giri del motore” predisponendoci ad accedere alle fasi di sonno profondo (quelle che di fatto fanno ricaricare al meglio le pile).
  • Programma, almeno a giorni alterni, di coricarti entro le 22 o, se farai tardi, quantomeno di non consumare una cena che possa condizionare il riposo notturno. Tieni conto che il tempo medio di digestione di un pasto completo si aggira attorno alle quattro ore, e che, quanto più questo è complesso, tanto più si devono mettere in preventivo tempi più lunghi, anche del doppio. 

Sei disposto/a a metterti in gioco?

Se lo farai e vorrai condividere i tuoi risultati, li leggeremo con piacere. Buona vacanza! 

Articolo a cura di Giovanni Castellani, Master Traine& Training Trainer Partner di Eukinetica.

Scritto da Eukinetica Staff


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