Prevenzione e benessere: patologie comportamentali e best practices per la salute
27 Set 2024
Tempo di lettura: 6 minuti
Da qualche anno, grazie alle più moderne ricerche scientifiche, la medicina ha introdotto un nuovo concetto legato alla salute: quello relativo alle patologie comportamentali.
Questo significa che lo stile di vita condotto ha un’influenza maggiore sull’aspettativa di vita e la qualità della stessa rispetto agli altri fattori che la possono determinare.
Le percentuali emerse raccontano che le chiavi della salute e della longevità dipendono al 10% dal sistema sanitario, al 20% dalla genetica, a un altro 20% dai fattori ambientali e al restante 50% dallo stile di vita.
Per chi non è avvezzo a esercitare la responsabilità personale verso la propria salute (detta anche amor proprio) perché si affida alla buona sorte, questa percentuale legata allo stile di vita può rappresentare quasi una scocciatura poiché richiede un impegno.
Al contrario, per chi reputa normale fare delle scelte funzionali alla tutela della salute questo 50% rappresenta una straordinaria opportunità per condizionare e determinare il proprio destino.
La lettura di questo articolo metterà in evidenza:
- La distinzione tra malattie ereditarie multifattoriali e monogeniche
- La distinzione tra fattori dipendenti e indipendenti dalla propria volontà che alterano la salute
- Il concetto di manutenzione ordinaria e straordinaria applicato alla salute
- Come fare per dare maggiormente ascolto alla propria guida interna
- Le best practices per iniziare a volersi meglio
Malattie ereditarie: multifattoriali e monogeniche
Le malattie ereditarie sono malattie genetiche trasmesse dai genitori attraverso il DNA, per effetto della mutazione o un difetto di un gene presente nel DNA. I genitori, anch’essi, in precedenza sono stati a loro volta condizionati dal patrimonio genetico ricevuto dai loro genitori e via così tornando indietro nelle generazioni.
Ma vediamo cosa dice la scienza medica in relazione a questo. Intanto, un aspetto che caratterizza le patologie genetiche è l’inconsapevolezza. Infatti, se non si fanno esami ben precisi non si sa di essere portatori sani di una determinata patologia e, quindi, potenzialmente vettori di tale malattia.
Le malattie ereditarie si scoprono solo se il bambino ne è affetto, risultato che si verifica solo se i due partner ne sono portatori sani (inconsapevoli, sempre che non abbiano fatto esami specifici prima di procreare).
La trasmissione di malattie genetiche tra generazioni avviene secondo regole ben precise che possono essere distinte in due gruppi: le malattie multifattoriali e quelle monogeniche.
Le prime annoverano al loro interno patologie come l’ipertensione, la celiachia, il diabete, il cancro del colon, le cardiopatie, l’osteoporosi e tante altre.
I fattori genetici rappresentano la componente ereditaria della malattia che, per manifestarsi, richiederà inevitabilmente la combinazione con alcuni fattori ambientali quali l’alimentazione, le condizioni igieniche, il clima, il tabagismo, la sedentarietà, il riposo e simili.
Le patologie ereditarie monogeniche, invece, sono frutto dell’alterazione di un solo gene. La scienza dice che tutti siamo portatori di molte mutazioni genetiche ma per fortuna poche di esse sono effettivamente dannose e capaci di provocare malattie importanti.
Nel caso in cui si manifestasse una patologia di rilievo, la sua trasmissione segue le leggi scoperte da Mendel:
- Autosomico recessivo
- Autosomico dominante
- Legato al cromosoma X recessivo
- Legato al cromosoma X dominante
Oggigiorno la medicina permette attraverso l’amniocentesi, ovvero lo studio del DNA, di determinare in anticipo la possibile manifestazione di malattie genetiche monogeniche.
Tornando alle malattie multifattoriali, si può comprendere come lo stile di vita condotto abbia un impatto rilevante sull’insorgenza o meno di tali patologie.
Fattori dipendenti e indipendenti dalla propria volontà che alterano la salute
Qui entra in ballo un altro aspetto a favore della tutela della salute.
I fattori capaci di far insorgere malattie che non dipendono dalla propria volontà fortunatamente sono di meno rispetto a quelli verso i quali possiamo esercitare un libero arbitrio.
L’inquinamento atmosferico, il meteo e altri fattori simili non abbiamo la possibilità di controllarli direttamente e modificarli a nostro vantaggio ma, attraverso le migliori scelte di stile di vita, possiamo concretamente ridurre il loro impatto.
Avere cura della propria fisiologia pone le basi per una vita longeva e in salute, al netto di eventi capaci di sovvertire questa potenzialità come incidenti e simili.
La cura della propria fisiologia passa attraverso le scelte alimentari, l’adeguato riposo, l’attività fisica, l’adeguato consumo di sostanze nervine che appagano la socialità, la migliore gestione del respiro, il corretto utilizzo dei dispositivi tecnologici e altro ancora.
Tutto ciò si può riassumere con il termine citato precedentemente: amor proprio. Può essere adeguatamente insegnato dai genitori che lo esercitano, insieme all’autodisciplina che si sceglie di agire.
Manutenzione ordinaria e straordinaria
Prevenire è meglio e meno impegnativo che curare.
Sapere cosa e come fare per agire la migliore prevenzione non è scontato, sia perché non esistono istituzioni ufficiali che insegnano a prendersi cura di sé, sia perché le abitudini affondano radici difficilmente estirpabili.
La comprensione dell’importanza della prevenzione si sviluppa in ritardo, quando ormai buona parte dei giochi sono fatti. Fortunati sono quei bambini che crescono all’interno di un sistema familiare già orientato in questa direzione perché non dovranno misurarsi con le resistenze mentali al cambiamento tipiche dell’età adulta.
Anche quando si matura in ritardo questa consapevolezza, il corpo mostra capacità di recupero talvolta “miracolose”, per chi le vive sulla propria pelle, che danno misura della “magia del fare” piuttosto che sperare nella buona sorte o affidare la propria salute al sistema sanitario che provvede a fare manutenzione per conto nostro.
Come fare per dare maggiore ascolto alla propria guida interna
Ognuno è dotato di una vocina interiore che, senza bisogno del parere di un professionista, già ci sa indicare cosa dovremmo iniziare a fare o a smettere di fare per ritrovare il migliore stato di salute. Purtroppo spesso le dedichiamo poca retta.
Molti sono frenati dalla credenza di non avere tempo da dedicare alla salute, convinzione questa che inevitabilmente crolla quando poi sono costretti a trovarlo per gestire momenti di malattia.
Altri si parano dietro alla convinzione di non disporre della risorsa della costanza, e quindi desistono dall’applicarsi temendo un fallimento, ma è bene sapere che anche per non fare niente ci vuole costanza, così come richiede costanza nel portare avanti abitudini non funzionali alla salute.
Si tratta, quindi, di vivere l’eventuale fallimento come un prezioso strumento per aggiustare il tiro, ricordandosi che l’infallibilità non è propria dell’essere umano, evitando di cadere nella pericolosa trappola del senso di colpa.
Affidandosi a professionisti che hanno una visione globale della salute per farsi indicare la strada da percorrere con il supporto di una strategia basata sul rispetto della giusta gradualità, pian piano si può riassaporare il piacere di sentirsi naturalmente bene e disporre di un supplemento di energie che ci permettono di fare ulteriori passi in direzione del cambiamento di quelle abitudini da modificare.
Best practices per iniziare a volersi meglio
Molti soffro all’idea di muovere il primo passo verso il cambiamento non considerando quanta sofferenza in più, di fatto, comporti il rimanere nella situazione che genera sofferenza.
Sfruttando la metafora di muovere il primo passo, il movimento rappresenta proprio il mezzo più efficace per ritrovare l’equilibrio, perché toglie da una condizione di stagnazione fisica e mentale che può esitare in edemi (ritenzione idrica) e stati depressivi.
Eukinetica SB ha stretto una partnership con MG sport nel progetto The Loop Relay che si è svolto a maggio nella cornice del Circo Massimo di Roma e che domenica 20 ottobre 2024 offrirà una nuova opportunità nel contesto di City Life a Milano.
Cos’è The Loop? È un format che permette di avvicinarsi alla corsa senza viverla come un’attività strenua e competitiva, ma per sfidare la sedentarietà e assaporare la possibilità di soddisfare il bisogno primario del movimento in compagnia dei propri colleghi che vorranno cimentarsi con te in questa pratica.
Come partecipare?
- Si deve formare una squadra di quattro staffettisti
- Ognuno percorrerà 5 km suddivisivi in due giri di un anello di 2,5 km che potranno essere svolti di seguito, o passando il testimone al proprio compagno per poi completare successivamente il proprio Loop.
- La squadra dovrà completare i 20 km totali previsti.
Sarà un momento di festa, coinvolgente ed emozionante tutti ingredienti che favoriscono la motivazione personale a trovare maggiore costanza nel prendersi attivamente cura di sé.
E se non potrai partecipare all’evento? Trova il modo per uscire dalla sedentarietà facendo le scale al lavoro e a casa, parcheggiando l’auto un po’ distante da dove devi andare per dare movimento alle articolazioni, programmando magari nei week end di uscire proprio con l’intento di andare a camminare a passo svelto o correre lentamente.
Infine, trova dei validi alleati che condividano con te la necessità di muoversi per stare in salute o per ritrovarla.
Articolo a cura di Giovanni Castellani, Master Trainer & Training Trainer Partner di Eukinetica.