Il prezzo dell’inattività: perché stare troppo seduti danneggia il tuo corpo e la tua produttività

25 Feb 2025

Tempo di lettura: 6 minuti

Il prezzo dell’inattività: perché stare troppo seduti danneggia il tuo corpo e la tua produttività

La natura ci ha dotato un corpo conformato da diversi apparati, tra cui quello locomotore che presiede, come lo si può evincere dal significato dalla parola stessa, alla funzione del movimento. Siamo fatti per muoverci e occasionalmente per stare fermi in caso di necessità (riposo, riposo forzato in caso di malattia o infortunio, attese, ecc…). Nel mondo moderno si è invertita la tendenza: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 25% della popolazione adulta mondiale non soddisfa le raccomandazioni minime di attività fisica. Secondo altri studi sempre su scala mondiale, una percentuale superiore all’80% di giovani e adolescenti risulta essere sedentaria. Sebbene la tecnologia ci abbia reso la vita più conveniente, l’inattività fisica che ne può derivare da un uso smodato e disfunzionale della stessa, può avere conseguenze significative per la salute e la produttività. L’uso crescente di dispositivi elettronici e il lavoro da remoto hanno contribuito ad un aumento della sedentarietà. Alcune persone arrivano a trascorrere anche più di 7 ore al giorno sedute, tra lavoro e attività ricreative.

In questo articolo, esploreremo i motivi per cui stare troppo seduti è dannoso e come possiamo intervenire costruttivamente per contenere le criticità di questo problema.

Impatto dell’inattività sulla salute psicofisica

Donna seduta alla scrivania del suo ufficio che tocca il collo dolorante

1. Problemi muscoloscheletrici: stare seduti per lunghe ore può portare a vivere tensioni nervose, più o meno consapevoli, dovute allo snaturarsi della natura umana; infatti, la sedentarietà protratta nel tempo può generare un senso di insoddisfazione alla quale si può fare l’abitudine perché viene data priorità e maggior valore al ruolo professionale che si svolge. Uno stato di tensione nervosa permanente, se non controbilanciato adeguatamente da attività funzionali a soddisfare il bisogno primario di sopravvivenza del movimento, irrigidisce nel profondo la muscolatura e da qui ne possono derivare dolori articolari in genere (più frequentemente alla schiena), e alterazioni posturali. Inoltre, la mancanza di movimento può contribuire a condizioni come l’osteoporosi e l’artrite. Secondo uno studio pubblicato su “Osteoporosis International”, l’esercizio fisico regolare è fondamentale per mantenere la densità ossea.

2. Aumento di peso e obesità: la mancanza di attività fisica contribuisce all’aumento di peso e all’obesità per effetto di un ridotto dispendio calorico. Un’analisi condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha evidenziato che l’inattività è uno dei principali fattori di rischio per l’obesità, che a sua volta è legata a malattie metaboliche come il diabete di tipo 2 e quelle cardiovascolari. C’è da considerare anche l’effetto ingrassante che in alcuni individui può generarsi per l’insoddisfazione nei riguardi della vita sedentaria che vivono. Infatti, è risaputo che lo stress innesca una produzione smodata di cortisolo per effetto della risposta arcaica dell’organismo allo stress, ovvero quello di attacco e fuga. L’iperproduzione di cortisolo è funzionale a liberare le riserve di carburante (il glucosio) accumulate nei muscoli e nel fegato che serve per sostenere l’attacco o la fuga. Se non utilizzato per questo fine, il glucosio libero nell’organismo viene convertito in grasso di deposito.

3. Problemi cardiovascolari: uno studio pubblicato sul “Journal of the American College of Cardiology” ha dimostrato che le persone sedentarie hanno una maggiore probabilità di sviluppare ipertensione, infarto e altre patologie cardiache. La sedentarietà può portare a un aumento della pressione sanguigna, a livelli elevati di colesterolo e al deposito di placche aterosclerotiche che affaticano il lavoro del cuore.

4. Problemi metabolici: l’inattività fisica può portare a un rallentamento del metabolismo, ovvero a una non adeguata disgregazione del cibo consumato che comporta nel tempo a vivere sensazioni come stanchezza, debolezza, aumento della sete e della fame, fino all’insorgenza di patologie come il diabete mellito, ipercolesterolemia e la celiachia. 

5. Salute mentale: diversi studi hanno collegato l’inattività fisica a problemi di salute mentale, tra cui depressione e ansia. Alcuni articoli pubblicati su “Psychological Bulletin” hanno dimostrato che l’esercizio fisico regolare, grazie alla produzione di endorfine, può migliorare il benessere psicologico e ridurre i sintomi dell’ansia e della depressione. 

6. Longevità: l’inattività è stata associata a una maggiore mortalità. Uno studio pubblicato su “The Lancet” ha dimostrato che anche piccole quantità di attività fisica possono ridurre il rischio di morte prematura, mentre l’inattività prolungata è correlata a un aumento della mortalità. Si stima che il 3,2 milioni di morti all’anno siano attribuibili alla sedentarietà.

7. Funzione Cognitiva: la sedentarietà è stata collegata a un declino delle funzioni cognitive e a un aumento del rischio di demenza. Ricerche pubblicate su “Alzheimer’s & Dementia” suggeriscono che l’attività fisica regolare può avere effetti positivi sulla salute cerebrale e sulla memoria.

8. Impatto sul Sistema Immunitario: l’inattività fisica può compromettere il sistema immunitario, rendendo gli individui più suscettibili a malattie infettive. Studi hanno mostrato che l’esercizio moderato può migliorare la funzione immunitaria, diradando le occasioni di malattie e un recupero più rapido dalle stesse quando se ne viene colpiti.

Impatto dell’inattività sulla produttività

Donna seduto alla scrivania del suo ufficio sopraffatta dalle scartoffie e dalle cose da fare

1. Diminuzione della concentrazione: stare seduti per lunghe ore può portare a una diminuzione della concentrazione e della lucidità mentale, per effetto di una ridotta ossigenazione. La mancanza di movimento può, inoltre, causare affaticamento, rendendo difficile rimanere concentrati su compiti complessi.

2. Calo dell’energia: l’inattività può portare a una sensazione di stanchezza e letargia dovuta al ristagno dei fluidi e delle tossine organiche. Al contrario, l’attività fisica regolare aumenta i livelli di energia e migliora la produttività, grazie al fatto che migliora la circolazione interna dei fluidi e il drenaggio delle tossine.

3. Creatività ridotta: la mancanza di movimento può limitare anche la creatività. Attività fisiche brevi, come una passeggiata, possono stimolare il pensiero creativo e favorire nuove idee. Anche il pensiero come i fluidi corporei fluiscono meglio muovendosi. In caso di difficoltà a trovare soluzioni a problemi, una bella passeggiata a passo veloce in natura aiuta a trovare le giuste soluzioni.

4. Efficacia ridotta: le pause attive, come alzarsi e muoversi, possono migliorare l’efficacia complessiva. Le persone che si prendono brevi pause per muoversi tendono a essere più produttive nel lungo periodo.

Strategie per combattere l’inattività

Uomo che fa esercizio fisico in ufficio

L’OMS raccomanda agli adulti di svolgere almeno 150-300 minuti di attività fisica moderata a settimana, o 75-150 minuti di attività fisica vigorosa, per controbilanciare gli effetti indesiderati della sedentarietà. Noi di Eukinetica, da oltre un decennio, ci applichiamo per proporre soluzioni efficaci per le aziende affinché i lavoratori sappiano cosa e come fare per tutelare la personale salute con semplicità. I nostri corsi di Camminata Allenante del Benessere, quelli di Train4Run e la partnership con MG Sport nel format The Loop offrono alle aziende valide opportunità per incoraggiare i propri lavoratori a non soccombere alla criticità dell’inattività.

Sulla base di queste raccomandazioni dell’OMS, ecco alcune altre strategie applicabili nella quotidianità che possono concorrere a migliorare lo stile di vita in coloro che ne sentono il bisogno: 

1. Programmare pause regolari: impostare un timer per ricordarsi di alzarsi e muoversi ogni 30-60 minuti. Anche solo una breve passeggiata, o in alternativa qualche esercizio di stretching può fare la differenza.

2. Utilizzare scrivanie smart: le scrivanie regolabili in altezza possono permettere di alternare tra posizione seduta e in piedi, promuovendo una postura più attiva, così come le sitting balls al posto delle classiche poltrone d’ufficio.

3. Attività fisica regolare: integrare l’esercizio nella propria routine quotidiana. Iscriversi a corsi di Pilates, o ad altri corsi in palestra, quando non si è inclini a fare dell’home fitness costante aiuta a mantenere viva la vitalità, la salute e la produttività. 

4. Promuovere la mobilità: utilizzare le scale invece dell’ascensore, camminare durante le telefonate, o organizzare riunioni in movimento sono ottime strategie per mantenere il corpo attivo. Così come, laddove possibile, recarsi sul posto di lavoro a piedi, o in bicicletta assicura un adeguata dose di movimento quotidiano.

5. Creare un ambiente di lavoro attivo: favorire un ambiente di lavoro che incoraggi la mobilità, come spazi comuni per discutere idee in piedi e aree dedicate all’attività fisica.

Conclusione

Il prezzo dell’inattività fisica è alto, non solo per la salute del corpo ma anche per la nostra produttività. È fondamentale trovare modi per integrare il movimento nella nostra vita quotidiana, per migliorare il benessere fisico e mentale. Investire in uno stile di vita attivo non solo porterà benefici personali, ma contribuirà anche a creare un ambiente di lavoro più sano e produttivo, oltre che a ridurre notevolmente l’impatto dell’assenteismo sul posto di lavoro e quello delle spese mediche.

Articolo a cura di Giovanni Castellani, Training Manager e Partner di Eukinetica.

Scritto da Eukinetica Staff


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